Si è dimostrato che dedicare del tempo ad informare correttamente i pazienti serve a rassicurarli e contribuisce a ridurre l’inappropriato uso di antibiotici la cui somministrazione nella bronchite acuta, va evitato salvo che in alcuni specifici casi.
I medici che non avessero il tempo necessario da dedicare a tale dialogo potrebbero invitare i loro pazienti ad accedere a questo blog: https://www.micurobene.com/blog
Gli antibiotici, infatti, non solo non accelerano la guarigione ma aumentano la frequenza di complicanze (circa nel 4% dei casi). Alterano il microbioma intestinale, costituito da tutte le specie batteriche presenti nel nostro intestino, importanti per il mantenimento di una efficace risposta immune e di buone condizioni di salute. Questi batteri, infatti, ci forniscono vitamine essenziali e ci proteggono dall’insorgenza di alcune patologie come il diabete o la colite (https://www.biomedicalanalisi.it/il-microbioma-intestinale/). La loro alterazione può causare diarrea o l’infezione da Clostridioides difficile, responsabile della colite pseudomembranosa.
Tra le complicanze dovute all’utilizzo degli antibiotici vi sono le reazioni allergiche ed in alcuni casi di anafilassi e l’insorgenza di antibiotico resistenza, ossia di ceppi batterici sui quali gli antibiotici non sono più efficaci. L’aumentata resistenza agli antibiotici, facilitata dal loro uso inappropriato è un problema sanitario globale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che in assenza di un intervento efficace, le morti globali dovute a infezioni resistenti potranno raggiungere i 10 milioni all'anno entro il 2050.
Il registro elettronico https.micurobene.it permette al paziente di mantenere costantemente aggiornato il proprio medico sul decorso della malattia, riportando anche i rilievi dei parametri clinici quali frequenza cardiaca, saturazione arteriosa e temperatura corporea osservabili nella loro evoluzione. Può costituire un elemento determinante nel tranquillizzare un paziente con tosse persistente e debilitante con un espettorato a carattere purulento, assicurandolo che le sue condizioni sono monitorate e che il trattamento antibiotico, nel caso divenisse necessario gli sarà prescritto tempestivamente.
In alternativa, l'utilizzo di prescrizioni ritardate, in cui si fornisce una ricetta da utilizzare solo in caso di persistenza dei sintomi, è un'opzione strategica che si è dimostrata efficace nel ridurre l'uso di antibiotici.
Nonostante le chiare evidenze sull'inutilità degli antibiotici nella bronchite acuta alcuni studi indicano che ai pazienti con bronchite acuta che si rivolgono al medico viene prescritto un antibiotico dal 50 al 90% dei casi, rendendo la bronchite acuta uno dei motivi più comuni per l’uso eccessivo di antibiotici. La bronchite rappresenta quindi una delle ragioni principali dell'abuso di antibiotici, e pertanto l’informazione su quale sia il trattamento corretto è da considerarsi una priorità internazionale.
Un'importante risorsa informativa per i pazienti che comprendono l’inglese è rappresentata dal documento fornito dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti, il quale fornisce indicazioni dettagliate sul trattamento e sulla prevenzione della bronchite acuta. (https://www.cdc.gov/antibiotic-use/materials-references/index.html)
Il secondo pilastro del trattamento della bronchite è il controllo dei sintomi, in particolare della tosse.
La principale misura da attuare in caso di bronchite è la sospensione del fumo di sigaretta e, per i non fumatori, dell’esposizione al fumo. Il fumo oltre ad essere un fattore irritante delle vie respiratorie ne riduce la capacità di difendersi dalle infezioni e quindi aumenta le probabilità in caso di bronchite acuta di sovrainfezione batterica o di progressione verso la polmonite.
Un sollievo iniziale per la tosse può essere ottenuto, senza utilizzare farmaci, grazie a pastiglie per la gola, tè caldo, miele. Nel caso la tosse non fosse allievata in modo soddisfacente è necessario considerare l’opzione farmacologica. In questo contesto può essere suggerito l'utilizzo di farmaci da banco come destrometorfano o guaifenesina, tenendo conto delle comorbilità e delle interazioni farmacologiche, verificabili dalla pagina farmaci della piattaforma micurobene.it, aggiungendo il farmaco alla terapia già in atto.
Poiché non esistono prove scientifiche concrete che attestino l'utilità di tali terapie la decisione di impiego dovrebbe essere ponderata considerando attentamente il profilo del paziente.
E’ fortemente sconsigliato l'utilizzo di agenti antitussigeni oppioidi, come la codeina, a causa della possibilità di indurre dipendenza e degli altri effetti collaterali associati.
L’uso di inalatori beta-agonisti come l'albuterolo dovrebbe essere limitato ai casi in cui sono presenti malattie polmonari sottostanti e sibili respiratori. L’ibuprofene, i corticosteroidi orali ed i preparati di erboristeria sono sconsigliati, sia per la mancata dimostrazione di efficacia che per possibili problematiche relative alla loro sicurezza emerse durante studi clinici randomizzati.
Nel caso siano associati, come spesso accade,i sintomi correlati al raffreddore, mal di testa, malessere, dolori muscolari e articolari è importante che vengano controllati con analgesici, tra cui acetaminofene o con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
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