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Le vaccinazioni degli adulti e degli anziani

Le vaccinazioni degli adulti e degli anziani

Il report internazionale più importante e affidabile che abbiamo a disposizione, il Global Burden of Disease 2021, calcola che tra il 2020 e il 2021 sono morte, a causa della pandemia causata dal Covid-19, quasi 16 milioni di persone.

Si stima che dal 1900 al 1977 il vaiolo abbia causato tra i 300 e i 500 milioni di morti; è come se ogni 3-4 anni si fosse verificata una pandemia con lo stesso numero di decessi del Covid, ma su una popolazione che, all’inizio del ‘900, era un quinto di quella attuale e nel 1975 la metà.

Se ormai da quasi cinquant’anni non ci sono stati più decessi e neppure malati di vaiolo, lo si deve al programma intensivo di eradicazione del vaiolo lanciato il 1° gennaio del 1967 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che era basato su sorveglianza, contenimento e vaccinazioni.

Così come per il vaiolo, anche per le altre malattie infettive le vaccinazioni, ove disponibili, costituiscono un importantissimo strumento per limitare le probabilità di ammalarsi, di ammalarsi in modo grave e di diffondere le malattie causate da infezioni.

È dovere della Repubblica, secondo il dettato dell’articolo 32 della Costituzione Italiana, tutelare la salute, diritto fondamentale dell’individuo, e interesse della collettività.

Vaccinandoci possiamo contribuire alla tutela della nostra salute, di quella dei nostri cari e all’interesse collettivo.

Mentre sono comuni campagne che sensibilizzano alla prevenzione delle malattie cardiache e tumorali, molto minore è l’attenzione che si dà alla prevenzione delle malattie infettive.

Non sono riuscito a trovare nessun dato relativamente a quanti, conclusi i cicli vaccinali obbligatori dell’infanzia, seguano, nell’età adulta, le indicazioni del Ministero della Salute o dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per quanto riguarda le vaccinazioni per difterite, tetano, pertosse e per morbillo, rosolia e varicella; probabilmente quasi nessuno.

Ancora più preoccupante è la situazione tra chi ha superato i sessant’anni. Negli ultimi venti anni la percentuale di anziani che si sono vaccinati per l’influenza è scesa dal 60,3% al 56,7%. Per altri vaccini indicati negli ultrasessantacinquenni, la percentuale di vaccinati è ancora più bassa: inferiore al 30% per lo pneumococco e del 5-12% per il virus dell’herpes zoster, responsabile della malattia conosciuta come fuoco di Sant’Antonio. Nei pazienti con più di 75 anni l’herpes zoster si complica nel 15% dei casi con la nevralgia posterpetica, un dolore che può essere molto intenso e che può protrarsi per anni. Lo pneumococco è responsabile dell’insorgenza di polmonite, che ogni anno colpisce in Italia 630 mila persone, con esito fatale per circa 8 mila. “I costi per il servizio sanitario sono ingenti, considerato anche che, in circa un terzo dei casi, si tratta di infezioni resistenti agli antibiotici.”

Inoltre, si deve considerare che poiché i pazienti anziani sono spesso affetti da più patologie e assumono, in un’elevata percentuale, un gran numero di farmaci, la necessità di ulteriori terapie nel momento in cui contraggono una di queste patologie aumenta le probabilità di interazioni con i farmaci che stanno già assumendo.

Per entrambi i vaccini è sufficiente un’unica somministrazione.

Per quanto riguarda le vaccinazioni, è evidente che la Repubblica non tutela il diritto fondamentale alla salute dei propri cittadini.

Per l’importanza che ha la corretta somministrazione dei vaccini nell’aumentare le probabilità di vivere più a lungo e più in salute, abbiamo progettato all’interno del registro sanitario elettronico Mi Curo Bene una sezione dedicata. La sezione permette di riportare tutte le vaccinazioni che sono state effettuate, così da facilitare l’adesione al calendario vaccinale suggerito dal Ministero della Salute, raggiungibile da un link presente nella stessa sezione.

Consente anche di riportare successivamente all’esecuzione della vaccinazione eventuali effetti collaterali che si sono manifestati.

Subito dopo l’eradicazione del vaiolo, a Donald Henderson, direttore del programma, fu chiesto quale fosse la successiva malattia da sconfiggere. La risposta fu: “la cattiva gestione della sanità.” Purtroppo, per eradicare il vaiolo bastarono dieci anni; dopo quasi cinquant’anni non solo non abbiamo eradicato la cattiva gestione della sanità, ma, considerando la scarsa copertura vaccinale di adulti e anziani in Italia, la malattia si è ulteriormente aggravata.

Mi sembra doveroso invitare tutti coloro che si occupano della salute di persone anziane a verificare se sono state vaccinate per l’influenza, il Covid, lo pneumococco e l’herpes zoster, e a provvedere facendole vaccinare nel caso non lo fossero state.

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